L’era degli imballaggi in plastica si sta gradualmente avvicinando alla sua conclusione: le aziende, sempre più consapevoli degli effetti negativi e duraturi che questa materia sintetica ha sul nostro ambiente, stanno attivamente cercando e adottando alternative più sostenibili.
Ma cosa offre il mercato oggi per sostituire la plastica?
In questo articolo esploreremo il mondo dei packaging sostitutivi della plastica, in particolare quelli ottenuti da scarti vegetali.
Per iniziare andiamo quindi ad esplorare questi materiali innovativi:
Una delle soluzioni più promettenti proviene dal mais e da oli vegetali.
L’amido di mais, unito ad alcuni additivi, dà vita a una famiglia di bioplastiche compostabili e biodegradabili, conosciute come Mater-Bi. Questo materiale è diventato popolare soprattutto per l’imballaggio alimentare, specialmente in alcuni paesi in via di sviluppo, ma può essere sfruttato anche per altre tipologie di packaging.
Ma la natura offre molto di più.
Le alghe, per esempio, possono essere trasformate in un gel derivato chiamato agar, o essiccate e lavorate in una pasta che può essere poi modellata in vari formati di packaging.
Facili da coltivare e con un impatto ambientale minimo, le alghe sono diventate un’alternativa innovativa e sostenibile.
Un’altra opzione altrettanto efficace è la cera d’api.
Questa è stata impiegata per creare panni di cotone organico che sostituiscono le pellicole e i contenitori usa e getta nella conservazione degli alimenti, riducendo gli scarti di produzione e l’inquinamento da plastica. Vengono comunemente venduti in fogli: scaldandoli con le mani si potranno utilizzare per avvolgere il cibo, sigillare un contenitore o addirittura come tappetino per impastare.
La vera innovazione risiede però nella trasformazione degli scarti vegetali in prodotti utili ed eco-compatibili.
Ad esempio, lo scarto di mela è stato utilizzato per creare imballaggi compostabili a base di fibra di cellulosa, offrendo una soluzione sostenibile alla crisi della plastica.
La polpa della mela viene incorporata a polimeri e composti idrofobici per renderla resistente all’acqua.
Inoltre, alcune aziende stanno tornando alle radici (letteralmente!) utilizzando foglie di banano al posto della plastica per confezionare i loro prodotti.
Il fogliame si rivela un materiale molto resistente ed estremamente flessibile, una caratteristica che lo rende ideale per confezionare svariate tipologie di prodotti.
Il processo di creazione di imballaggi sostenibili utilizzando i funghi è noto come coltivazione di micelio.
Gli scarti agricoli vengono triturati e mescolati con il micelio dei funghi, che è una rete di sottili filamenti simile alle radici. Questo miscuglio viene poi versato in stampi o contenitori appositi, in cui inizia a crescere e ad assorbire gli scarti agricoli, adattandosi alla forma del contenitore.
Questo materiale non solo è biodegradabile, ma, in alcuni casi, può addirittura essere mangiato.
Altri prodotti ottenuti da scarti vegetali
Ma l’innovazione nel settore degli imballaggi sostenibili va ben oltre la semplice sostituzione della plastica: grazie alla creatività e all’ingegnosità dei ricercatori e degli esperti del settore, stiamo assistendo all’emergere di soluzioni avanzate e bio-compatibili per conservare e proteggere i nostri alimenti.
Tra le proposte più interessanti troviamo un disinfettante naturale che combatte muffe, batteri e virus, ideale per garantire la sicurezza degli impianti industriali; o speciali rivestimenti organici progettati per contrastare la contaminazione da agenti patogeni come la salmonella o per bloccare l’ossidazione della frutta mantenendo intatti il sapore e la consistenza fino a tre giorni dopo il taglio.
Nel panorama in continua evoluzione del packaging sostenibile, le innovazioni presentate rappresentano solo l’inizio di un percorso verso un futuro sempre più eco-compatibile.